Zuccherini al genepy

Il mio momento preferito quando andavo in campeggio parrocchiale era la gita settimanale in alta montagna. Una gita all’interno di quella che già era una gita, perché restavamo senza i genitori per una settimana. Che bellezza. Non avrei potuto chiedere di più. Partivamo da Pietraporzio, piccolo paesino della Valle Stura, e a piedi raggiungevamo un qualche rifugio. Qui dormivamo, per poi ripartire il giorno seguente seguendo qualche sentiero, attraversando un valico, per ricongiungerci alla nostra colonia. I metri di dislivello non erano pochi per una compagine di bambini delle elementari. Eppure Don Romano o Don Franco trovavano sempre il modo di spronarci. A metà della salita magari tiravano fuori pane e Nutella. O quando la situazione era più tosta, spuntavano gli zuccherini imbevuti nel Genepy…che forza che ci davano! Chissà come, arrivavamo sempre tutti in vetta, e anche belli allegri!

 In questi cinque anni da Vicesindaco, credo che qualche volta avrei proprio avuto bisogno di uno zuccherino al genepy del Don, e forse non solo io. Forse ne avrebbe avuto bisogno ciascun limonese.

È la fine di un mandato durato cinque anni, in cui però di cose ne sono accadute come fossero stati dieci, forse anche quindici anni. E non mi riferisco solo all’alluvione, ma anche a tutte le perdite in termini umani che abbiamo avuto. Dal contesto ecclesiastico, a quello comunale, tra le fila del consiglio a quello dei dipendenti comunali, per non parlare delle decine di persone che non ce l’hanno fatta ad affrontare un virus che ha fermato il mondo. Una perdita umana di valore inestimabile, perché con loro se ne sono andate anche iniziative, pulizia, attività, unione, senso di appartenenza, tradizione, un pezzo di comunità. 

C’è chi dice che la chiusura del Colle di Tenda non possa giustificare un calo turistico come quello registrato negli ultimi anni. Credo che nessuno possegga la verità suprema, è cambiato il mondo da quando diventai Assessore al turismo nel 2019. E come tale, il mio punto di partenza è sempre uno: il turismo lo facciamo noi, noi abitanti, noi cittadini. Perché la prima persona che incontra il turista non è il sindaco, non sono io, non è l’ufficio turistico ma è il limonese, la comunità. E se non siamo noi contenti, felici e sereni di abitare nel nostro Paese, cosa trasmettiamo al turista? 

In questi anni di riunioni per la programmazione turistica ne abbiamo fatte parecchie, ma perennemente il discorso svicolava dal tema ‘turismo’ a: “Rebecca, va bene tutto, ma quando rifanno il ponte? Quando la piazza? Quando la strada distrutta dall’alluvione? Quando apre il tunnel?”. Devo essere sincera, in quei momenti avrei proprio avuto bisogno di uno zuccherino di Don Romano, perché non avevo risposte da dare a nessuno, e la frustrazione, la tristezza di vedere il proprio Paese distrutto, regnava sovrano. 

Non sono una che si dà per vinta facilmente. Ho creduto fosse necessario ricostruire lo spirito dei limonesi, renderli nuovamente fieri di esserlo. Per questo motivo con tanto lavoro abbiamo riportato in auge il Carnevale storico di Limone, proprio come veniva fatto una volta, con la parata dei personaggi, il falò in piazza e la lettura del testamento del Dzandumeni, prima della decapitazione. 

Sempre d’accordo con la giunta, abbiamo lanciato gli incontri con i limonesi, in cui raccontano le loro vite di una volta, dovreste vedere i volti dei turisti e dei giovani, ad ascoltare le loro parole! 

E ancora, abbiamo riportato in auge la consulta giovani, affinché avessero voce in capitolo nell’amministrazione. 

Oppure il progetto musei da vivere, in cui i bambini delle elementari hanno potuto conoscere coloro i quali hanno fatto la storia dello sci a Limone. 

E ancora, il corso di lingua e cultura limonese, un paio di serate al mese, in cui vi assicuro le risate sono assicurate! 

Potete poi immaginare la mia felicità quando mi hanno riferito che il gruppo folcloristico di Limone voleva costituirsi una APS ovvero un’associazione di promozione sociale, per poter riconoscersi in un organo legalmente riconosciuto e chissà magari un giorno poter partecipare a bandi per la promozione del territorio!

Di progetti avviati ne potrei raccontare per ore ma non voglio tediarvi e potete incontrarmi in qualsiasi momento in piazza, fermarmi e chiedermi a cosa ho lavorato, perché una cosa è stata fatta in un modo piuttosto che in un altro.

Penso che il momento più bello di questi cinque lunghi anni sia avvenuto proprio qualche sera fa, quando al corso di limonese, abbiamo studiato le parti del corpo e ovviamente sono venute fuori parole sconce! Abbiamo riso tutti, c’era proprio del divertimento in biblioteca. E credo che tutti i miei sforzi, tutte le mie frustrazioni, tutte le mie paure e le mie fatiche, siano state ricompensate proprio in quel momento, da una sala di limonesi e amici di Limone felici e spensierati. In quel momento ho realizzato di aver fatto un buon lavoro nel mio piccolo, di essere riuscita a ricostruire un pezzettino dell’orgoglio limonese.

L’8 e il 9 giugno ci saranno le votazioni per decidere il nuovo sindaco di Limone, io sarò nuovamente al fianco di Massimo Riberi, perché siamo una squadra e abbiamo ancora tantissime idee, progetti e iniziative da avviare, sviluppare o continuare. Mi piace immaginare i cinque anni appena trascorsi come il Carnevale limonese, alla fine del quale viene decapitato Lou Dzandumeni, a rappresentare la fine dell’inverno e l’avvio verso tempi meno duri. Speriamo che veramente, possano essere meno duri!

Se ce ne darete modo, saremo nuovamente onorati di essere a servizio della comunità limonese per i prossimi cinque anni.

0 thoughts on “Zuccherini al genepy”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *